19 luglio 2007
Questo blog nasce per dare la possibilità a chi ci scrive sopra di dare notizie, esprimere le proprie opinioni, scrivere pezzi che difficilmente avrebbe l'occasione di far pubblicare altrimenti. O perché la "linea editoriale" del media per cui lavora non lo consente, o perché si ha tutt'altra occupazione, o perché non se ne ha voglia. Qui difficilmente leggerete una presa di posizione generalista e general-generica, una Weltanschauung - reale o fittizia che sia - un disegno filosofico, o un modo di vedere il mondo compiuto e completo: perché siamo convinti che, tra tutte le persone più intelligenti che ci sono al mondo, non saremo certo noi ad avere la verità in tasca. E infatti quelli che dicono di avercela sono solo dei paraculi. Per questo ci vorremmo riservare la libertà di postare ciò che vogliamo, senza doverci giustificare con chicchesia in nome di chissà quale verginità talebana. Giornalettismo Militante è un Giornal-blog con zero virtù, che da un momento all'altro potrebbe chiudere - e non è che ci si perderebbe poi tanto, diciamo la verità. Si chiama così perché quando ero bambino chiedevo a mio zio di darmi "il giornale" (era Paese Sera), visto che volevo leggere prima possibile le pagine sportive. E lui mi rispondeva puntualmente: "Ma che giornale! E' per i grandi! A te al massimo ti do il giornaletto", dopodiché mi passava Topolino (ed ecco spiegato anche il mistero dell'header). Gregorj Vakulinciuk è un nick un po' strano, lo so: viene da uno dei personaggi della Corazzata Potiemkin, (Bronenosec Potëmkin, 1925), film diretto da Sergej Mikhajlovic Ejzenštejn, e la cui scena più conosciuta è il massacro sulla scalinata di Odessa a opera dei cosacchi, che scendono i gradini secondo una marcia ritmata, alla quale si accompagna il sottofondo musicale. Sotto di loro è ripresa la folla terrorizzata che cerca disperatamente di mettersi in salvo, con la celebre caduta della carozzina lungo la scalinata, spinta dalla madre morente colpita dalla scarica dei fucili. Però Gregorj Vakulinciuk in quella scena non compare. In realtà, lui è morto una trentina di minuti prima: è il marinaio che, stanco delle vessazioni che subisce e vede subire ai suoi compagni, convince tutti all'ammutinamento contro il capitano e la guardia armata della nave. E' da lui che parte la rivoluzione sulla nave, e lui ne fa le spese in prima persona perché viene ammazzato durante la lotta. Il corpo del marinaio Vakulinciuk viene poi gettato in mare in una cerimonia funebre scarna ma solenne, nella quale i compagni lo ringraziano per aver dato la vita per loro. Se dovessi mai potermi scegliere una morte, vorrei tanto che fosse una tipo questa. G. ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() avviso: a causa dei soliti problemi della piattaforma "Il cannocchiale" il counter dei commenti potrebbe non essere aggiornato |
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